Matteo è un pubblicano, scelto da Gesù come apostolo. Ha scritto il suo Vangelo prima del 60 d.C. forse anche intorno agli anni 50, in aramaico per i Giudei convertiti.  Il testo tuttavia non ci è pervenuto.  Il suo Vangelo in greco invece sembra che sia stato compilato intorno all’anno 65. È stato un testimone oculare autorevole nel riportare le parole di Gesù durante le peregrinazioni in terra di Palestina insieme al Messia.
Destinato a Giudei convertiti, il Vangelo insiste sulla figura del Gesù, figlio di Davide, discendente di Abramo, venuto a salvare “ il suo popolo”, annunciato dai profeti, Dalla nascita del Salvatore, attraverso tutti i passaggi della sua vita, l’evangelista ha citato fedelmente anche le profezie risalenti all’AT.
Né l’oscurità degli anni d’infanzia di Gesù, né l’umiltà in cui si è manifestato, né l’umiliazione della morte in croce del Messia hanno disorientato il Matteo credente, poiché era tutto previsto per volontà di Dio.
Il motivo ricorrente nel testo evangelico infatti si propone attraverso la seguente locuzione: “Ciò accadde perché si compisse quello che il Signore aveva detto per mezzo del profeta”. Gli studiosi dunque propongono il suo vangelo come “ il Vangelo della profezia messianica”.