Nato ad Antiochia e di cultura ellenica, si è proposto di fare entrare il cristianesimo nella letteratura e nella storia, scrivendo il terzo Vangelo, sulle tracce di quelli precedenti. Lo ha scritto fra il 65 ed il 70, forse a Roma, per i pagani convertiti.
Egli ci segnala nel suo incipit di essersi informato adeguatamente di tutto “ dall’inizio”. Ha fatto una ricerca diligente e completa. Da storico che si rispetti è andato alla fonte delle cose. Nella città di Antiochia, dove, con ogni probabilità, si è convertito, ha potuto incontrare i cristiani della prima ora, che, per lui, sono stati eccellenti informatori. Forse quel Mannahem, amico d’infanzia del tetrarca Erode, lo ha informato sulla comparsa di Gesù davanti al principe. Soprattutto però durante il soggiorno di due anni [59/60], coincidente con la prigionia di Paolo a Cesarea, Luca ha avuto tutto il tempo necessario di perfezionare le sue ricerche. Il diacono Filippo, apostolo della Samaria, forse gli ha raccontato gli episodi che si sono svolti lì, utili al suo Vangelo. Ha incontrato Cleofa , discepolo di Giovanni Battista, Giovanni l’apostolo ed i cristiani del suo gruppo, che gli hanno spiegato i contatti che sono serviti a redigere il vangelo.
Sembra che egli abbia frequentato anche il gruppo delle donne, seguaci di Gesù, e che ha messo in bella evidenza nel suo Vangelo: Maria di Magdala, Giovanna, Susanna, la peccatrice, di cui, con una discrezione che non ha fatto scuola, ha taciuto di altre ancora come Marta e Maria e di alcune fra le “figlie di Gerusalemme”. che parteciparono al corteo della crocifissione. Ma soprattutto sembra che avesse ricevuto le confidenze da Maria, la madre di Gesù, sulla vita che si è svolta a quei tempi dall’infanzia fino alla morte e Risurrezione.