La lettera costituisce lo scritto più breve fra quelli attribuiti a Giovanni. In tutto si contano 219 vocaboli, distribuiti in quindici versetti. In merito al tempo in cui è stata scritta, alla lingua e all’autore valgono le stesse valutazioni proposte per la seconda lettera di Giovanni.
Il presbitero si rivolge a Gaio, un cristiano esemplare nel praticare l’amore, la carità e l’accoglienza degli altri fratelli che camminano nella verità. Essi hanno reso testimonianza della carità di Gaio, agli altri fratelli della Chiesa, senza accettare aiuti anche materiali dai pagani. L’invito del presbitero a Gaio consiste nell’assistere anche materialmente questi cristiani.
Il tema centrale poi si sposta nel rifiuto di accogliere gli inviati del Presbitero da parte di Diòtrefe, aspirante alla guida di una comunità cristiana non ben identificata. Il dissidio fra cristiani delle origini è dimostrato in modo eccellente da Diòtrefe, che ha sacrificato l’amore sull’altare carrierismo.
Demetrio, forse latore della lettera,  è invece l’altro nome citato.