Quando e dove fu scritta? In un luogo ignoto dell’ Ellade  e prima delle  Lettere  a Timoteo.
Da chi fu scritta? Materialmente  non è stata scritta da Paolo, ma  il suo spirito aleggia ovunque nello scritto anche quando si trattano argomenti teologici, pastorali, e di ordine pratico.
L’etichetta che si gli si assegna e è quella di Lettera non autentica e la paternità, secondo gli studiosi è attribuita a un suo discepolo anonimo. L’ipotesi è soprattutto legata alla struttura del linguaggio e dei gemini in uso, che nelle lettere certe di Paolo non si riscontrano.
Dunque la lettera, oltre ogni ragionevole dubbio, fu scritta, a nome di Paolo e per suo conto da un suo discepolo.
Tito fu originario di Antiochia, Già il nome ci fa supporre che fosse di origine pagana e sembra che Paolo lo avesse incontrato ad Antiochia.
Nella lettera in 1.4 Paolo l’ha chiamato genuino figlio conforme alla fede comune. Perché figlio genuino? Egli l’ha battezzato ma si è rifiutato di circonciderlo, come si noterà in altri scritti per ovvie ragioni strettamente teologiche.  Da notare in ogni caso che la locuzione di genuino figlio la si riscontra anche nella prima lettera a Timoteo.
Tito è citato in 2Cor 2,13 -7,6-7,13-7,14, 8.6-8,16-8,23- 12,18 due volte; in Gal. 2,1-2.3;  e in 2Tim. 4.10, dove si accenna all’ipotesi che fosse stato inviato in Dalmazia.
Si possono riassumere sinteticamente i contenuti della lettera in tre argomenti: ritratto della chiesa cretese, dove Tito fu designato alla sua guida, teologia battesimale e ritratto del Pastore.