La lettera fu  scritta da Paolo durante la prima fase di cattività  a Roma nell’ anno 62, forse simultaneamente a quella destinata ai Colossesi.
Filemone, destinatario della  lettera, fu un facoltoso cittadino di Colossi,  Onesimo invece  era un suo schiavo, che lo derubò per darsi alla fuga.
A Roma Onesimo entrò in contatto con Paolo,  prigioniero agli arresti domiciliari. L’ incontro cambiò la vita dello schiavo, che  si convertì al Cristianesimo, collaborando con Paolo fino al tempo del suo ritorno a Colossi, consapevole che il suo  comportamento nei confronti del  padrone non era stato esemplare.
Paolo non ha usato il potere che gli fu attribuito per autorità, ma appellandosi al rapporto di amicizia verso Filemone.
La lettera è attribuita a Paolo e pur tanto breve in essa sono contenuti insegnamenti esemplari del Cristianesimo.
Nella lettera, oltre a Filemone e ad Onesimo, sono citati anche destinatari secondari di Filemone, quali  Affia, sua moglie e il probabile suo figlio, Archippo, citato anche in Col 4,17.