Mc. 14, 32- 42 – I discepoli, restati in undici, poiché Giuda l’Iscariota era in altre faccende affaccendato, in compagnia di Gesù erano in cammino da dentro le mura di Gerusalemme verso il Getzèmani. Dovevano scendere nella valle del Cedron poi risalire a destinazione. Durante il tratto di strada, nel pensiero dei discepoli, si erano annidati dubbi e preoccupazioni per i discorsi ermetici del Maestro e per i suoi modi di agire.
Come sarebbe andata a finire? Si chiedevano. Giunti a destinazione egli disse: Sedetevi qui, mentre io prego. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, dicendo loro: La mia anima è triste fino alla fine [1]. Restate qui e vegliate.
Due incisi: finalmente è usato il termine ψυχή, nel senso di anima immortale, tanto che quella di Gesù, è la più immortale di tutte. Non potrebbe essere altrimenti, poiché appartiene al Figlio di Dio, non avendo né origine, né fine, difformemente da quella dei comuni mortali. La seconda nota? L’anima di Gesù è triste fino [ἕως θανάτου·] alla morte. Gesù, non possiamo sottacerlo, che ha anche natura umana, ergo ogni uomo, Lui compreso. È triste fino a causa di? Questa seconda ipotesi è la più percorribile. Egli sa da sempre che la sua morte non deriva dalla tristezza o dolore di morire. No. Invece sa che dovrà morire in croce di una morte straziante.
Quanto rilevato trova conferma nei versetti 35,36 in cui si legge: Poi, dopo essere andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. Diceva: Abbà[2], Padre! Per te tutto è possibile, allontana da me questo calice! Tuttavia non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi.Ritornando poi sui suoi passi, cercò solidarietà e conforto nei tre discepoli.Li svegliò e disse: Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, la carne è debole.
Per ben tre volte tornò verso di loro per svegliarli, data la drammaticità della circostanza, non tanto per l’arresto, quanto per le conseguenze, che ne sarebbero derivate.
Il Figlio dell’Uomo fu consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco chi mi tradisce. È vicino.
Il cronista Marco si serve di poche parole per esporre la tragicità della scena, consegnando alla fantasia effervescente del lettore la possibilità d’immaginarne i particolari, adattandoli alla propria sensibilità.
[1] Salmo 42,6- 42.12. [2] Abba è una forma aramaica che sulle labbra di Gesù esprime la familiarità del Figlio con il Padre, tanto che il significato letterale del termine è Babbo.