Marco propone, dal capitolo XI fino al XIV del suo Vangelo, una cronaca appassionante di eventi in equilibrio fra storia e Fede. È un cammino, iniziato con la trasfigurazione sul monte Tabor e si è concluso sul Calvario attraverso il filo conduttore del Tempio, simbolo del nuovo tempo, che si sostituisce al vecchio.
È anche l’ingresso conclusivo della vita di Gesù in terra. Dopo aver abbandonato il metodo della conciliazione, del silenzio, quasi della riservatezza nel rapporto con il popolo, ha scelto la via dello strappo con le istituzioni, rappresentate a Gerusalemme dal Sinedrio, dagli anziani, dagli scribi dei farisei e dai sadducei.
L’ingresso a Gerusalemme per la sua manifestazione pubblica, insieme ai discepoli, è avvenuto attraverso i villaggi Bètfage e Betània, nei pressi del Monte degli Ulivi. Per entrare nella città Santa ha scelto di cavalcare un asinello sopra il quale non è mai salito nessun uomo, né aver portato il giogo [Num. 19,2- Dt. 21,3]. La simbologia accostata all’asinello, fa pensare all’umiltà del Figlio dell’uomo, nella sua peregrinazione sulla terra.
In Mc. 11,11 leggiamo poi: Entrò nel tempio a Gerusalemme. Dopo aver osservato ogni cosa intorno, essendo già ora tarda di sera, ritornò a Betània insieme ai dodici.
Le locuzioni dopo aver osservato ogni cosa ed essendo ora tarda, impongono al lettore di dare la seguente spiegazione: Gesù ha preso atto del decadimento morale e materiale di quel luogo sacro, ma essendo ora tarda, preferì rimandare la riprovazione sull’operato dei sommi sacerdoti e del loro cerchio magico, rappresentato dai loro fedelissimi sadducei.
Quel giudizio avvenne puntualmente. Mc. in 11, 17-19 scrive E insegnava loro dicendo: Non sta forse scritto che la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatta una spelonca di ladri. Lo udirono i sommi sacerdoti e gli scribi, che cercavano il modo di farlo morire. Avevano paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando fu sera, uscirono dalla città.Ebbero paura di lui quei tali, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Gesù invece si è consegnato alla storia e alla morte violenta.