Cantico di Elisabetta [Lc. 1.39-45] Incontro fra le due madri – Terzo quadro.
Maria, in tutta fretta, si recò nella regione montuosa in una città di Giuda, non ben precisata. E dopo essere entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Il bambino sussultò nel suo grembo. Il fremito di un bambino nel seno della propria madre è sempre una manifestazione naturale. Non in questo caso.
Breve nota grammaticale: in greco ἐσκίρτησεν, da σκιρτάω, ripetuto due volte [Lc.1,41-44] assume il significato di ebbe un fremito, sussultò.
La conseguenza dell’incontro fra le due madri, illuminate di Spirito Santo, ne è stata la conseguenza, perché anche nel particolare Dio così ha disposto.
È sempre lo Spirito Santo, altro segno miracoloso, che ha avvolto Elisabetta tanto che esclamerà a gran voce.” Benedetta tu fra le donne[1] e benedetto il frutto del tuo seno. Perché mai la madre del mio Signore viene da me?”.
Il frutto del seno è strettamente collegato alla madre del Signore, di colui cioè che ha fatto dono ad Elisabetta di un figlio. Lei sterile. Di più, Elisabetta ha riconosciuto in Maria la madre di Dio, di colei che ha creduto[2] nell’ adempimento delle parole del Signore[3]”.
[1] Gdc. 5,24; Giuditta, 18.[2] πιστεύσασα [2], participio aoristo, di πιστεύω, [nel contesto], la credente, colei cioè che si è consegnata l’intera esistenza al progetto misterioso di Dio, attraverso Cristo Gesù. [3] καὶ μακαρία ἡ πιστεύσασα ὅτι ἔσται τελείωσις τοῖς λελαλημένοις αὐτῇ παρὰ κυρίου. μακαρία, beata. In ebraico è un epiteto che si riferisce sempre alla procreazione.