Paolo nella premessa della lettera invoca “La Grazia” del Signore e lo ringrazia per aver arricchito i convertiti di Corinto dei doni della parola e della sapienza e della Grazia, con l’aiuto di Dio per la santificazione nel giorno del Signore[1].Egli accenna dunque alla parusia del Signore con la promessa del regno dei cieli al genere umano. È il tema attuale del tempo, qui appena accennato, ma trattato più compiutamente nella Seconda ai Tessalonicesi.
Poi affronta problemi di vita pratica, com’è solito fare, riferendosi alla fratellanza, che, dopo gli inizi promettenti dei primi tempi, si è perduta in dissidi, dispute, e correnti di pensiero e fazioni all’interno della comunità cristiana di Corinto,
La tristezza di Paolo aumenta d’intensità e lo manifesta apertamente quando scrive: “ Vi esorto pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere unanimi nel parlare, affinché fra voi non ci siano divisioni, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti”[2].
Egli ha lasciato a Corinto una comunità cristiana operosa, che viveva d’amore e d’accordo, ma con il passare del tempo, non lo è più, ma, in sua assenza, si era divisa in correnti religiose.
Cloe[3], avendo frequenti relazioni commerciali con Efeso, a quanto pare, dovette servirsi di suoi collaboratori per informare Paolo, domiciliato da qualche tempo in quella città.
Si legge infatti di seguito : “ Mi è stato segnalato, infatti, a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie fra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: Io sono di Paolo, Io invece sono di Apollo, Io di Cefa ed io di Cristo![4]
Se ci si riferisce a Paolo e ad Apollo, la spiegazione è semplice. Ed essi avevano insegnato predicando assiduamente nei luoghi pubblici di Corinto.
La spiegazione su Cefa, Pietro, come capo corrente religioso a Corinto, diventa un po’ più articolata. Perché a Corinto Pietro non c’era mai stato. Che fossero i detrattori di Paolo? Chi cioè aveva interesse di giocare su possibili dissapori fra lui e Pietro? O peggio ancora che fossero i falsi profeti contro cui egli dovrà sempre combattere in ogni tempo e luogo?
Il fatto certo che a Corinto c’era un gruppo di Cristiani che sostenevano di essere di Cefa.
Nella seconda ai Corinti [3,1] scrive: “Cominciamo di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra?”. È possibile che qualcuno si sia fatto raccomandare per invadere il territorio di Paolo a Corinto per seminare zizzania.
[1] Cor..1.1,7-8
[2] Cor. 1.1,10.
[3] È citata una sola volta solo in questa citazione. Per cui l’ipotesi possibile è solo quella citata..
[4] Or. 1.11-,12