Nella Cristianità il canone, riferito ai Vangeli, rispetta l’ordine che segue: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Sembra che questo criterio sia stato dettato dal tempo in cui i Vangeli hanno visto la luce in forma scritta.
Perché dunque il Vangelo di Matteo occupa il primo posto? Domanda legittima. Matteo scrisse, secondo alcuni studiosi, un Vangelo in aramaico, lingua parlata in Palestina ai tempi di Gesù. Tuttavia a tutt’oggi non ci sono tracce di quel testo, che possano avvalorarne scientificamente l’ipotesi. Il vangelo di Matteo fu scritto in greco dopo gli anni 70 d. C. Per di più, analizzando i due testi, appare evidente che uno dei due si serve delle fonti dell’altro e chi, se non Matteo? Ci sono molti espressivi passaggi a dimostrarlo, secondo la sinossi, in modo chiaro anche nel vangelo di Luca.
. Non vale il contrario invece. Il Vangelo di Marco è il più breve, iniziandone la trattazione con la vita pubblica del Messia. Se avesse avuto sotto mano i testi di Matteo e Luca, come fonte d’ispirazione, non avrebbe omesso, né la descrizione della nascita di Gesù, né il discorso della Montagna, né il testo del “ Pater noster” e altro ancora. Infine si deve segnalare il problema del linguaggio primitivo, e schematico, usato da Marco rispetto allo stile più ricercato nei Vangeli di Matteo e Luca.
Oggi gli studiosi inoltre hanno sovvertito quell’ordine, ritenendo che il primo Vangelo in forma scritta sia stato appunto quello di Marco, servendosi dell’episodio della distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per opera dei romani nell’anno 70. Cosa c’entra l’episodio? Marco, per l’occasione, si serve di una constatazione nuda e cruda, di sapore profetico. Egli scrive testualmente in 13, 2, quando Gesù rispose a un discepolo: “ Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà pietra su pietra che non sia distrutta”.
Matteo invece espone con dovizia di particolari in 24, 1 e segg., la distruzione del tempio; ergo, perché in possesso di notizie realmente accadute.
Al di là dei particolari, peraltro importanti, nell’accostamento dei testi sinottici, esiste una valutazione più generale da non sottacere: Marco, nel dare forma scritta al primo vangelo, ha proposto una nuova forma letteraria, quella dei “Vangeli”, che in seguito è stata adottata, in modo strutturale, dagli altri evangelisti, in particolare da Matteo e da Luca. Oltre ogni ragionevole dubbio Il Vangelo di Marco dunque è stato scritto prima della distruzione del Tempio, anzi avrebbe visto la luce a Roma prima della morte di Pietro e Paolo, avvenuta fra gli anni 64 e il 67.