Perché il Tempio? È simbolo fisico del Giudaismo che da oltre cinque secoli costituiva, oltre all’entità fisica nazionale del popolo, anche quella spirituale del pensiero religioso ebraico. Per Gesù quella mirabile costruzione sarà sostituita con quella dello spirito in ognuno di noi.
E questa trasformazione si propone subito in Mc. 11,11 dove leggiamo: Entrò nel tempio a Gerusalemme. Dopo aver osservato ogni cosa intorno, essendo già ora tarda di sera, ritornò a Betània insieme ai dodici.
Gesù, dopo aver osservato, non ha pronunciato parola. Già perché? La sorpresa dello stato in cui era ridotto il luogo sacro lo ha fatto tacer. Poi era ora avanzata, e non era il caso di mettersi a insegnare fra poca gente.
Il filo conduttore del Tempio accompagnerà Gesù dall’illuminazione della trasfigurazione sul monte Tabor fino al dramma finale della sua crocifissione.
Il Sinedrio l’ha trasformato in una spelonca di ladri come si legge in Mc. in 11, 17-19: E insegnava loro dicendo: Non sta forse scritto che la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri. Lo udirono i sommi sacerdoti e gli scribi, che cercavano il modo di farlo morire. Avevano paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando fu sera, uscirono dalla città.
I commerci di ogni genere, prima di allora, si svolgevano nel cortile davanti al tempio e non dentro come accadeva durante il tempo di Gesù.
Il punto decisivo è tuttavia proposto da Marco [13,1-2] dove si legge: Mentre uscì dal tempio, uno dei discepoli gli disse: Maestro, guarda quante pietre meravigliose e che grandi costruzioni! Gesù gli rispose: Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà pietra su pietra che non sia distrutta.
I discepoli sempre in confusione: Mentre era seduto nei pressi del Monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogarono in disparte. Dicci, quando avverrà questo e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi? [Mc.13,3-4].
I suoi discepoli speravano ancora che egli fosse il messia condottiero degli eserciti d’Israele. Nell’incalzare degli eventi, durante il processo a suo carico, i suoi testimoni contro dichiareranno:
“Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio edificato da mani d’uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo [14,58].
Solo in Marco troviamo citati due termini [χειροποίητον – ἀχειροποίητον], in antitesi fra loro, riferiti al Tempio, quello costruito da mani umane, il tempio di Gerusalemme, e quello non costruito da mani umane, il tempio di Gesù, nello spirito di ogni credente.In Mc. 15,29-32 si legge: E i passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, dicevano: Ehi, tu che distruggi il tempio e che riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce! Ugualmente anche i sommi sacerdoti insieme agli scribi, si fecero beffe di lui. Dicevano: Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, affinché possiamo vedere e credere. E anche quelli che erano stati crocefissi con lui lo insultavano.