Decàpoli, s.f. [gr. Δεκάπολις – lt. Dekápolis] nel distretto di Palestina e Siria, a est del fiume Giordano. Indicava un territorio, composto di dieci città, ma che non costituivano lega ufficiale, né un corpo politico. Erano abitate da popolazioni di origine semitica, ma di cultura greca e romana. Ogni città aveva particolari privilegi a garanzia della loro autonomia e indipendenza dall’impero romano. Gerasa [Γέρασα], e Gadara [gr. Γάδαρα], sono intrecciate in simbiosi nei Vangeli [Mc. 5,1 – Mt.8,28 – Lc. 8,26,37]. La città di Gerasa in Mc. 5.1 è citata non come denominazione di città ma in quella dei suoi abitanti secondo il testo che segue: “Approdarono sull’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni [εἰς τὴν χώραν τῶν Γερασηνῶν.]. La città di Gerasa era situata a sud est del lago di Tiberiade. Il versetto è usato da Marco per finire l’episodio della tempesta sedata e introdurre quello dell’indemoniato di Gerasa. A conclusione dell’episodio della guarigione dell’indemoniato di Gerasa, Marco, nel versetto 5,20 non cita più il popolo dei Gerasèni, ma proietta lo sguardo sull’intera regione, quella della Decapoli, per ampliare l’importanza del segno miracoloso della guarigione dell’indemoniato.
All’inizio del racconto della guarigione di un sordomuto Marco [Mc. 7,31] scrive: “ Di ritorno dalla regione di Tiro, andò a Sidone, verso il mare di Galilea, nel territorio della Decàpoli”. Mentre in Mt. 4,25 segnala che Gesù, nell’esercizio del suo insegnamento, era seguito da grandi folle dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Mentre in Atti 9,1-19 si racconta l’episodio della conversione di Paolo e dove Ananìa, dopo averlo curaro, lo accolse nella città di Damasco [Δαμα-σκός]. In Atti 22,5 e ss. Viene riportato il discorso di Paolo a sua difesa dopo l’arresto nei pressi del Tempio a Gerusalemme. In Atti 26, 1-23 Paolo, già in stato di detenzione, si propone a sua difesa davanti ad Agrippa II e Festo. Nell’un caso e nell’altro la città di Damasco è citata perché l’apostolo ha proposto per ben due volte della sua conversione.
Infine gli apostoli da Gerusalemme insieme a molti cristiani migrarono verso quelle città della Decapoli per sfuggire alle calamità causate dalla prima guerra giudaica [66-70 d.C].